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Le sostituzioni in Pasticceria

La Pasticceria è una disciplina di grande precisione, con tecniche da rispettare e pesate da eseguire con una buona bilancia. È indispensabile pesare ed avere un’unità di misura di riferimento: i grammi!

Per queste ragioni è facile intuire come non sia semplice sostituire un ingrediente con un altro lasciando inalterata la ricetta. Il bilanciamento delle dosi di un dolce richiede tempo e svariati test fino a raggiungere l’equilibrio, perciò si può comprendere come non sia affatto semplice cambiare un ingrediente con un altro.

Vediamo più da vicino le macrocategorie di ingredienti per capire meglio:

  • farine di cereali come riso, mais, miglio, ecc.. : se la ricetta prevede farina di riso in linea di massima si può utilizzare anche il mais, ma potrebbe avere un potere di assorbimento dei liquidi leggermente inferiore. Gli altri cereali, come il miglio per esempio, è meglio accostarli ma mai sostituirli del tutto, perché hanno un gusto molto persistente. Inoltre tutte le farine devono avere una macinazione sottilissima e impalpabile.
  • farine di frutta secca come mandorle e nocciole: tra di loro possono essere scambiate abbastanza facilmente, ma non con un cereale in quanto le caratteristiche sono molto diverse e cambierebbero altri fattori nella ricetta.
  • latte vegetale: è la categoria che offre un raggio d’azione maggiore. A patto che siano sufficientemente grassi e corposi si possono sostituire latte di soia e di mandorle o di altra frutta secca senza grossi problemi. meglio evitare latte di riso o di altri cereali, e meglio che non siano dolcificati.
  • zuccheri: la categoria su cui in assoluto non possiamo agire. La struttura degli impasti si basa sulla cristallizzazione dello zucchero: se questa non avviene (come nel caso degli sciroppi o malti) perdiamo la struttura in favore della ‘gommosità’. In sintesi lo zucchero non si sostituisce! Le ricette che prevedono zucchero di canna (o di barbabietola) non possono prevedere zuccheri fluidi. Per i malti o gli sciroppi si costituiscono ricette apposite che tengono conto delle loro caratteristiche tecniche differenti.
    In una ricetta invece che prevede malto o sciroppo in linea di massima questi possono essere intercambiabili, quindi malto di riso, malto d’orzo, sciroppo di riso, sciroppo di miglio, ecc… possono essere scambiati uno con l’altro. Si tenga presente che il potere dolcificante degli sciroppi è un po’ più elevato rispetto ai malti, ma nonostante questo non è una buona idea diminuirne la dose perché gli zuccheri in una ricetta sono anche ingredienti “di massa” che interagiscono con le altre componenti della ricetta.
    Discorso diverso invece per quanto riguarda lo sciroppo d’agave che tipicamente risulta meno denso e più liquido quindi non è adatto ad essere sostituito o a sostituire malti o sciroppi di cereali.
  • grassi: nell’ambito degli olii non comporta nessun problema usare mais o girasole, ma se andiamo su grassi solidi come burro di cocco o di cacao le cose cambiano. Le ricette vengono eseguite con metodi di lavoro che tengono conto dello stato fisico del grasso quindi, se questo tende a solidificare come ad esempio il burro di cocco, il prodotto finito avrà una consistenza diversa rispetto a un prodotto realizzato con un olio di mais o girasole che rimangono sempre liquidi.
  • burro vaccino: il burro è costituito mediamente dall’83% di grassi e poi da acqua, proteine e zucchero (lattosio). L’olio (d’oliva, mais, girasole..) è costituito dal 99% di grassi.
    Questa diversità provoca inevitabilmente delle differenze che vanno gestite in fase di preparazione della ricetta. La prima cosa da fare per sostituire il burro con l’olio è quella di proporzionare la dose in base alla percentuale di grassi: ad esempio se in ricetta sono presenti 100g di burro, saranno sostituiti da 83g d’olio e 17g d’acqua.
    Tuttavia questa operazione da sola non ci garantisce la corretta riuscita dell’impasto per via della differenza di consistenza: l’olio è e rimane liquido. Occorre quindi adottare degli accorgimenti in fase di lavorazione per dare una ‘consistenza’ all’olio. E’ buona norma preparare un’emulsione tra i liquidi presenti in ricetta e l’olio in modo da renderlo più “spesso”.
  • uova: le uova in pasticceria sono un ingrediente tecnico formidabile, capace di legare, di emulsionare e soprattutto di montare. Non esiste un sostituto di un ingrediente così complesso, se parliamo di una pasticceria di livello naturalmente.
    Quando si lavora con una pasticceria alternativa, fatta di ingredienti non convenzionali, si ragiona a partire dagli ingredienti che si vogliono utilizzare, creando degli equilibri che rispettano gusto e consistenze. Qualche volta è possibile approcciare una conversione utilizzando liquidi alternativi , ma non è corretto fornire una conversione diretta tra le uova e un altro ingrediente.

Ma quindi cosa si può sostituire senza problemi?

Certamente gli aromi, per esempio le scorze di agrumi, la vaniglia, la cannella, le spezie in genere sono gusti che si abbinano alle ricette ma che non hanno un impatto tecnico, quindi si è liberi di scegliere cosa mettere e cosa no.

Inoltre spesso capita che una ricetta venga proposta con una determinata farcitura, per esempio una crostata alla crema o una torta ripiena di confettura. In tal caso possiamo tranquillamente decidere che la crostata la preferiamo alla confettura e la torta alla crema. Naturalmente in questi casi si tratta di abbinare basi di impasti diversi ma non stiamo agendo sugli equilibri tecnici, solo sul gusto.

Uno dei miei maestri di Pasticceria diceva sempre le ricette sono fatte per essere seguite.

Tuttavia è bello sperimentare, fatelo con cognizione di causa e raggiungerete nuovi equilibri e nuove ricette!!

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Barbara Silanus

Barbara Silanus, prima ingegnere informatico poi pasticciera. Allieva di grandi maestri quali Luca Montersino, Stefano Laghi, Piergiorgio Giorilli e Gianluca Aresu, si occupa di pasticceria naturale e salutistica, con particolare attenzione alle intolleranze alimentari. Oltre alla consulenza a pasticcerie e ristoranti, tiene corsi di formazione sull'argomento. [ Facebook | Instagram | Twitter | LinkedIn | YouTube ]

10 Commenti

  • Roberta

    Io uso in genere lo zucchero di canna integrale rispetto a quello di canna , mi è capitato di usare anche quello di cocco e il risultato non è stato male.. Tu che dici?

    • Barbara Silanus

      Cara Roberta, sì in alcuni casi può essere che lo zucchero integrale di canna (es. Muscovado) si comporti allo stesso modo, ma non si può considerare una regola fissa, nel senso che non è detto che sia così in tutte le ricette. Quello di cocco invece risulta un po’ più problematico perché molto differente dl punto di vista tecnico, ma in qualche caso anche qui si possono osservare discreti risultati.
      Il problema sta sempre nel fatto che lo zucchero nella maggior parte dei casi è responsabile della struttura del dolce per via della sua capacità (unica) di cristallizzare. Per cui tecnicamente non è corretto proporre come intercambiabili zucchero di canna – zucchero di cocco – zucchero muscovado, tuttavia resta inteso che in alcuni casi (in base al tecnicismo del dolce) è possibile che il risultato sia gradevole.

  • Martina Mamone

    Ciao, sono Martina! Sono rimasta sorpresissima che io e te condividiamo sia l’ingegneria informatica sia la pasticceria! Siamo due doppie colleghe, sono felicissima. Volevo ringraziarti, ci sono dei piccoli consigli che mi mancavano in cucina!

    • Barbara Silanus

      Wow Martina, che coincidenza meravigliosa ❤️ grazie mille per averla condivisa con me!

  • Fiorella Ciampa

    Invece che ne pensi della stevia? Da quello che so ne andrebbe metà dose rispetto allo zucchero tradizionale, cosa consigli? Grazie

    • Barbara Silanus

      Dal punto di vista delle sue qualità é molto interessante, però negli impasti presenta delle difficoltà tecniche. Metterne metà rispetto alla dose di zucchero (che sarebbe anche troppo per il potere dolcificante che ha) priverebbe l’impasto di una parte di « massa » (non si può semplicemente omettere) ed inoltre le caratteristiche tecniche sono molto differenti rispetto allo zucchero e questo si riflette nella consistenza finale dell’impasto che perde struttura. In generale non dico che non si possa usare in assoluto ma quantomeno è necessario studiare ricette apposite per il suo utilizzo, un approccio alla sostituzione non porta a buoni ed equilibrati risultati. È un discorso molto interessante ma abbastanza complesso. Grazie del tuo intervento!

  • Grazia

    È possibile sostituire la pasta di cocco, con qualche altro ingrediente?

    • Barbara Silanus

      Ciao Grazia, dipende dalla ricetta specifica. Se si tratta di una crema dove usi la pasta di cocco (riferendoci ad un composto con il 70% di grasso circa) per aromatizzare allora puoi sostituirla con una pasta di frutta secca del gusto che preferisci. Per esempio se vuoi un gusto più neutro puoi usare la pasta di mandorle, se invece preferisci gusti più intensi e aromatizzanti allora la pasta pistacchio o la pasta nocciola. Se invece parliamo di un impasto da forno, la sostituzione risulta più difficile bisogna valutare la ricetta specifica e fare delle prove con altre materie grasse. grazie per la domanda! 🙂

      • Grazia

        Dovrei utilizzarla per fare uno strato croccante (wafer, mandorle, cioccolato, pasta di cocco) ed uno strato di pan di spagna (uova, zucchero, farina, pasta di cocco)

        • Barbara Silanus

          Mi viene difficile rispondere con precisione, ma dal tipo di preparazione che posso intuire immagino che la pasta di cocco non abbia solo uno scopo aromatizzante ma che incida anche sulla consistenza finale, dato che il cocco è un grasso che tende ad indurirsi, a differenza di altri grassi. Pertanto non credo si possa fare una sostituzione lineare con qualcos’altro. Può essere che si trovi un equilibrio simile con il burro di cacao, ma va testato e non è detto che sia nella stessa quantità.